"La rotta dei due mari": da Polignano a Taranto un cammino sulle orme della Magna Grecia
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venerdì 23 maggio 2025
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di Caterina Palumbo
Nel 2017 un’associazione per la promozione del territorio di Crispiano ha riscoperto questo millenario percorso inserendolo nel network dei "Cammini d’Italia". Il tragitto parte da Polignano a Mare e, passando per Castellana Grotte, Alberobello, Locorotondo, Martina Franca e Crispiano, si conclude dopo 136 chilometri a Taranto. Il tutto sulle orme della Magna Grecia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E questo perché tutti i paesi toccati hanno avuto un’influenza ellenica. I Greci arrivarono infatti in Puglia più di 2700 anni fa colonizzando la parte meridionale della Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Così la strada (che fu aperta nel III a.C. per facilitare gli scambi commerciali), diventa l’occasione per riscoprire l’antica storia del Tacco d’Italia, percorrendo un tracciato che si snoda tra carrarecce, sentieri boschivi, gravine e parchi naturali. (Vedi foto galleria)
A illustrarci e spiegarci il progetto sono Elio Roma e Francesco Consoli, fondatori dell’associazione “La rotta dei due mari”. «Si tratta di un percorso trekking, ma anche ciclabile, che ad oggi risulta essere tra i dieci cammini più battuti d’Italia – affermano –. Basta registrarsi (al costo di 15 euro) e si può accedere a un’app che aiuta il viandante indicando tempi di percorrenza, dislivelli e strutture convenzionate per il ristoro e per il pernotto. I 136 chilometri sono tutti segnalati da diversi cartelli riconoscibili dall’iconico elmo spartano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si parte come detto da Polignano a Mare. Secondo alcuni storici infatti la cittadina potrebbe essere stata fondata proprio come colonia greca con il nome di Neopolis. Di sicuro nel tempo divenne un fiorente centro di commercio intessendo rapporti con Taranto, punto nevralgico della Magna Grecia, fondata dagli Spartani nel 706 a.C. con il nome di Taras.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La seconda tappa del percorso prevede l’arrivo a Castellana Grotte – ci dice Elio -. Le grotte hanno avuto un ruolo importante nella storia ospitando diverse civiltà, inclusa quella greca».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si passa poi da Alberobello, la città dei trulli. «Il trullo ha radice linguistica e architettonica nella Grecia classica – sottolinea Roma -. Deriva dalle thòlos: strutture architettoniche a pianta circolare spesso con copertura a falsa cupola che nel mondo greco venivano utilizzate come tombe o templi religiosi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E si prosegue verso Locorotondo. «Il paese è composto dalle cummerse – spiega la guida –: case tradizionali costruite in maniera concentrica su una collina. Anche qui vi è un evidente richiamo alla Grecia, poiché il termine cummerse deriva dal termine greco kòmos e indica il giro festoso che i giovani compivano in cerchio per la città dopo un simposio. Locorotondo è poi famosa per i suoi vini e i Greci sono stati grandi cultori del nettare degli dei: si presume che siano stati proprio loro a importare in Puglia i vitigni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I pellegrini cammineranno ancora per 16 chilometri prima di arrivare a Martina Franca, all’interno della “Riserva naturale regionale orientata” nel Bosco delle Pianelle, tra lecci, roverelle e corbezzoli. Per poi giungere nel territorio di Crispiano. Il paese è stato abitato dai greci, come testimoniano numerosi reperti tra cui il “Corredo tombale”, che costituisce uno dei pezzi più importanti degli "Ori di Taranto” conservati nel museo MArTa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lasciando Crispiano si percorre infine l’ultimo sentiero: una carrareccia costellata da ulivi che porterà a Taranto attraverso il Parco del Galeso. Quest’ultimo ospita l’omonimo fiume celebrato dallo storico greco Polibio nelle Res Italicae e chiamato un tempo Eurota, a ricordo del corso d’acqua che scorreva vicino alla città madre Sparta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E qui il pellegrino, giunto tra le terre delimitate dal Mar Grande e Mar Piccolo, potrà ammirare un panorama caratterizzato dalla presenza di ulivi secolari. L’albero è associato alla figura mitologica della Dea Atena: dagli uliveti a lei dedicati si ricavava infatti l’olio consegnato in premio agli atleti vincitori nelle gare Panatenaiche, contenuto all’interno di preziosi vasi dipinti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
“La rotta dei due mari” si conclude a Taranto, davanti al Monumento al Marinaio posto sul lungomare Vittorio Emanuele III. Una scultura in bronzo che saluta e accoglie quei viandanti che raggiungono dopo un lungo cammino l’unica colonia spartana di tutta la Magna Grecia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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